Il 26/10/1816 nasceva a Brindisi Cesare Braico, da Bartolomeo e Carolina Carrasco. Laureatosi in medicina e chirurgia nell’Università di Napoli, fu tra i primi aderenti alla Società dell’Unità Italiana fondata dallo Spaventa e, nel 1848, allo scoppio della rivoluzione napoletana, combattè sulle barricate di via Santa Brigida.
Arrestato e chiuso in carcere, “fu il pietoso assistente nelle infermità dei suoi compagni di prigione. Per curare Pironti affetto da nevrastenia, Mollica da tifo e Zeuli da Tisi, si fece inchiodare colla catena presso il loro letto e vi rimase lungamente.” (P. Camassa, Brindisini illustri)
Nel gennaio del 1859, destinato all’esilio perpetuo in America, fu imbarcato su una nave da guerra, ma, giunto sulle coste d’Irlanda, con un colpo di mano, “il capitano venne obbligato a sbarcare gli esuli italiani, che furono molto festeggiati ed onorati nella libera Inghilterra.” (Id.)
Rientrato clandestinamente in Italia, il 10 maggio 1859, partecipò alla II Guerra d’Indipendenza. Nominato medico di battaglione, combattè valorosamente da soldato a Solferino, e, firmata la pace, rinunziò al grado conferitogli.
In seguito prese parte alla spedizione dei Mille e, dopo la battaglia di Calatafimi, Nino Bixio ne fece l’elogio dicendo: “Il coraggio di Braico è mirabile per la calma: egli non ha bisogno di furore per divenire un eroe.”
Eletto deputato per la circoscrizione di Brindisi al primo Parlamento Italiano, alla fine del mandato, si ritirò a vita privata.
Nel 1866, lo ritroviamo a combattere valorosamente nella III Guerra d’Indipendenza agli ordini del generale Medici, in Trentino.
Il 1887, dopo una logorante malattia, finì i suoi giorni in Roma. Le sue spoglie furono trasportate e tumulate nel cimitero di Brindisi.
La Società dei Reduci, il 9 febbraio 1893, fece murare sulla casa in cui nacque (palazzo Poli), un marmo recante l’epigrafe dettata dal prof. Lorenzo Calabrese, e, a Cesare Braico fu dedicata, dall’amministrazione comunale, la via che da Corso Umberto porta a Corso Roma.
Il 16 giugno del 1968, l’Università del Tempo Libero, gli innalzò, nel triangolo fra via Saponea, A. Cappellini e corso Roma, un busto in bronzo, opera di Alessandro Fiordegiglio.
Nelle nostre foto:
– l’epigrafe dettata dal prof. Lorenzo Calabrese;
– il busto in bronzo, opera di Alessandro Fiordegiglio;
– la tomba dell’eroe nel cimitero di Brindisi
Arrestato e chiuso in carcere, “fu il pietoso assistente nelle infermità dei suoi compagni di prigione. Per curare Pironti affetto da nevrastenia, Mollica da tifo e Zeuli da Tisi, si fece inchiodare colla catena presso il loro letto e vi rimase lungamente.” (P. Camassa, Brindisini illustri)
Nel gennaio del 1859, destinato all’esilio perpetuo in America, fu imbarcato su una nave da guerra, ma, giunto sulle coste d’Irlanda, con un colpo di mano, “il capitano venne obbligato a sbarcare gli esuli italiani, che furono molto festeggiati ed onorati nella libera Inghilterra.” (Id.)
Rientrato clandestinamente in Italia, il 10 maggio 1859, partecipò alla II Guerra d’Indipendenza. Nominato medico di battaglione, combattè valorosamente da soldato a Solferino, e, firmata la pace, rinunziò al grado conferitogli.
In seguito prese parte alla spedizione dei Mille e, dopo la battaglia di Calatafimi, Nino Bixio ne fece l’elogio dicendo: “Il coraggio di Braico è mirabile per la calma: egli non ha bisogno di furore per divenire un eroe.”
Eletto deputato per la circoscrizione di Brindisi al primo Parlamento Italiano, alla fine del mandato, si ritirò a vita privata.
Nel 1866, lo ritroviamo a combattere valorosamente nella III Guerra d’Indipendenza agli ordini del generale Medici, in Trentino.
Il 1887, dopo una logorante malattia, finì i suoi giorni in Roma. Le sue spoglie furono trasportate e tumulate nel cimitero di Brindisi.
La Società dei Reduci, il 9 febbraio 1893, fece murare sulla casa in cui nacque (palazzo Poli), un marmo recante l’epigrafe dettata dal prof. Lorenzo Calabrese, e, a Cesare Braico fu dedicata, dall’amministrazione comunale, la via che da Corso Umberto porta a Corso Roma.
Il 16 giugno del 1968, l’Università del Tempo Libero, gli innalzò, nel triangolo fra via Saponea, A. Cappellini e corso Roma, un busto in bronzo, opera di Alessandro Fiordegiglio.
Nelle nostre foto:
– l’epigrafe dettata dal prof. Lorenzo Calabrese;
– il busto in bronzo, opera di Alessandro Fiordegiglio;
– la tomba dell’eroe nel cimitero di Brindisi
Bibl. P. Camassa, Brindisini illustri; G. Carito, Brindisi Nuova Guida; A. Del Sordo, Toponomastica brindisina
Vecchie foto
Legal, achei o busto e um pouco da historia do meu tataravo, Cesare Braico……..